Giornata memorabile a Conselice: grandissima gratificazione
per me percepire l’entusiasmo dei giurati, adulti e ragazzi nei riguardi di
Eden Project, il romanzo vincitore.
Ma c’è di più: sul palco del teatro Comunale, dinanzi a
parecchi ragazzi provenienti anche da Bari, ascoltavo incredula le recensioni
lette e scritte da ognuno dei ragazzi giurati. Che avessero penetrato così a
fondo il messaggio ecologista che desideravo trasmettere loro mi è parso
addirittura incredibile e sinceramente rincuorante. Oltre alla gratificazione
personale ritengo infatti significativo il fatto che essi abbiano apprezzato un
libro di questo tipo che invoglia a riflettere su tematiche di grandissima
urgenza quali quelle ambientali.
Mi piace pensare infatti che questo romanzo abbia offerto ai
ragazzi la possibilità di identificarsi in quei giovani protagonisti che a loro
modo cercano di reagire ai problemi causati dall’uomo al Pianeta. E’ bello che
anche questo diverso tipo di eroi, che non sono quelli con spade o poteri
magici, possano stimolare l’immaginario dei ragazzi. Una chiara dimostrazione
per l’editoria italiana di allargare con più determinazione i propri orizzonti,
spingendosi, nei riguardi delle proposte per ragazzi, oltre draghi, ciondoli e
vampiri. Senza nulla togliere al mondo della pura fantasia non ci starebbe poi
tanto male, in anni tanto cruciali, qualche buona occasione per i nostri
ragazzi di riflettere sul male dell’Uomo verso il Pianeta. Viene un po’ in mente Annie, la piccola Arpia
di Eden Project. Possiede ali forti ma non le viene permesso di volare. Le ali
invece servono, chi le possiede deve usarle con coraggio, alzarsi da terra,
assumendosi forse dei rischi e vedere il mondo dall’alto. Restare a terra
significa rimanere attaccati alle nostre abitudini, imitare ciò che fanno gli
altri senza domandarci se ciò che stiamo facendo sia un comportamento
sostenibile dalla Terra in cui dovremmo sentirci ospiti e non padroni. Volare
significa alzare lo sguardo, aprire le ali verso nuovi orizzonti.