Realizzare cortometraggi: dopo il teatro e la scrittura un modo inedito per me di dire
le cose, di indagare nelle relazioni umane o anche solo di esprimere la
fantasia giocando con le fiabe con una punta di ironia. Entrando nelle scuole o
nella mia stessa casa, sperimentando una sinergia creativa con bambini,
ragazzi, genitori, la mia stessa famiglia. E’ bello crescere sempre,
approfondire ciò che sei, colonizzare nuove aree creative. Ce n’è per tutti i
gusti, per tutte le attitudini, abbiamo opportunità enormi che non conosciamo, spesso basta solo accendere la miccia per farle partire.
Due ostacoli: il tempo e la paura.
Nella società del doposviluppo sostituiremo il dovere al
consumo con il diritto al tempo. Il tempo ci darà la possibilità di scoprirci e
stupirci. Di noi stessi, di ciò che credevamo di non saper fare. Con la paura
se la dovrà vedere ognuno di noi: l’unica è mettersi in gioco, rischiare per
capire, tornare un po’ bambini.
Ci trattano come carrelli del supermercato, riempiendoci di
prendi tre, paghi uno. Non ho bisogno di tre, mi basta l’uno. Non ho bisogno di
soldi per amare, non ho bisogno di soldi per creare. I miei cortometraggi sono
a costo zero, zero denaro, zero impatto ambientale. Possiamo fare a meno di
tante cose, non della felicità.
Bello, cara Caterina: inauguro una domenica primaverile leggendo il tuo messaggio di speranza. Condivido e rilancio. Giovanna
RispondiEliminaCiao Cate! Eccomi, sono venuta a trovarti e, dando un'occhiata ai tuoi lavori, mi son resa conto di quanto tu e Piero abbiate creato.
RispondiEliminaQuando sarai famosa, potrò dire con una certa aria: "ah, l'ho conosciuta anch'io!"
Scherzo! Però, senza dubbio, sei davvero in gamba!